Un Giorno Come Tanti

By 2 Buoni Motivi (2002)
On album Meglio Tardi Che Mai (2002)

Meglio Tardi Che Mai
[Strofa 1: Sparo]
È una giornata tipo raccontata in un riassunto
È il sonno che si spezza alle sei e mezza in punto
La radio-sveglia sul comò fa partire lo show
In piedi mentre in casa tutti dormono
Il caffè sul fuoco e poi una doccia veloce
Uno sguardo alla finestra, fuori ancora non c'è luce
È presto, buio pesto
Tristemente si veste velocemente
Con la mente ancora a letto ma alle otto puntuale
Attraverserà la città e sarà a lavorare
Saluta moglie e figli con un classico bacio
E in un attimo poi catapultato nel traffico
Con la sua utilitaria dalla Salaria fino all'Aurelia
E sarebbe vita seria?
Pensare che una volta aveva mille passioni
Adesso allo sportello ascolta rompicoglioni
Prima impegnato, adesso impiegato
Imprigionato, più di prima impicciato
Preparato a un altro giorno di lavoro intenso
Si sente sollevato solo all'ora di pranzo

[Rit.] (x2)
(Ore sei e trenta)
Il sonno che si spezza
(Ore tredici e trenta)
La fila a mensa
(Ore venti e trenta)
La solita minestra
Un giorno come tanti all'apparenza, poi...

[Strofa 2: Gufo]
La fila a mensa
Il vassoio che avanza
Mille sguardi a distanza
Piatti presi con noncuranza
Solito piatto, soliti amici, solita stanza più
Solita insofferenza, intensa, in testa le quattro
Posa lo scettro e mette il cappotto
Solito traffico ma a 'sto giro dice: "Me ne sbatto"
'Na mezz'oretta a letto poi
Un paio d'ore con gli amici al baretto de sotto, dai
Pensamo a svolta' un parcheggio che è meglio
Il volto si fa serio mentre lui gira per sbaglio
Torna a casa confuso dal vuoto, è assurdo
Moglie e figli, cane, ma lui si sente aggredito dal mondo
L'incontro è scontro: "Ciao cara, scendo"
Testa bassa, volto spento, passo lento e via dicendo
A stento si avvicina la fine di un altro giorno
Ma il vento soffia contro

[Rit.] (x2)
(Ore sei e trenta)
Il sonno che si spezza
(Ore tredici e trenta)
La fila a mensa
(Ore venti e trenta)
La solita minestra
Un giorno come tanti all'apparenza, poi...

[Strofa 3: Amir]
A cena come tutte le sere tavola imbandita, famiglia unita
Sposato, due figli, ma vuole farla finita
Solito telegiornale, solita minestra
Lo assillano, lui sta zitto e abbassa la testa
La moglie vuole i soldi per andare al parrucchiere (Caro...)
Lui sta perdendo la pazienza e non ne vuole più sapere (No)
È stressato, non ce la fa più e sta per crollare
Si è stancato, sta impicciato e se ne vuole andare (Via)
Non ce la fa più ad alzarsi e guardarsi allo specchio
A non arrivare a mezzo secolo e sentirsi vecchio
Da pischello era un cantante ma non ha sfondato
E ora si sente uno sfigato che fa l'impiegato
Talento sprecato anche avendo sgobbato
Per tutto questo tempo ancora non si è rassegnato
Reduce di una vita che lo ha messo alle strette
Saluta tutti e scende a comprare le sigarette

[Rit.] (x2)
(Ore sei e trenta)
Il sonno che si spezza
(Ore tredici e trenta)
La fila a mensa
(Ore venti e trenta)
La solita minestra
Un giorno come tanti all'apparenza, poi...

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